La sindrome della rana bollita, di Noam Chomsky

“Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.” Tratto dal libro “Media e Potere” di Noam Chomsky.

RIFLESSIONE

Chi o cosa ha ucciso la rana? L’acqua bollente? Il fuoco?La sua incapacità di decidere? La comodità di rimanere nella zona di comfort? La paura del cambiamento?

CONCLUSIONI

  • Noi siamo il risultato delle abitudini che abbiamo adottato negli ultimi anni.

  • Spesso non ci accorgiamo di ciò che ci fa soffrire fino a quando "l'acqua inizia a bollire".

  • A volte può essere d’aiuto avere un osservatore esterno che ti aiuti a individuare le difficoltà e a uscire dalla "pentola bollente".

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Come riconoscere gli schemi mentali che ci imprigionano?